L'anima mia ti guarda
con amore
come il sole d'aprile —
al limpido Mare Terreno.
Come il passante gioviale —
al verde, procace vitigno
che stiracchia languidamente
le sue membra sul versante curato.
Come il napulitano giovane —
alla sconosciuta con pelle dorata.
Il suo viso si è fatto pietra,
gli occhi fiammeggianti.
Sta cadendo con tuono flebile
il suo vetusto
motorino.
Bellezza sta tacchettando sonante
sulla via selciata di pietre,
come se sbircia per vento,
sta guardando
con furberia
addietro.
L'anima tua mi guarda
con la curiosità,
di una buona samaritana —
al marinaio invalido
che cavalcava sul mondo
colla fregata dai mille cannoni.
Come la signorina diffidente —
al florido e grande mazzo
che caduto dal sole mattiniero
al davanzale nella stanza da letto.
Come la piccola donzella —
al divertente bambino
infondendo una forza iridata
nelle bolle di sapone liete.
... Dopo il passante si alzerà
non avrà aspettato il raccolto,
il motorino si arrugginirà
in amplesso di vissuta fregata,
dopo l'eco dei tacchi rimanerà
il silenzio fra le stanche pietre
e proprio le pietre franeranno
soccombendo alle speranze —
guarda su:
nell'antico cielo
il fresco vento d'aprile
tira ad altri paesi
la felicità che ci era promessa
e rinchiusa
nei palloni
iridescenti.
2009